di Giuseppe Longo
Che bello ascoltare la voce, solenne e festosa, delle campane dell’antica Pieve dei Santi Gervasio e Protasio che annunciano la Messa pasquale, finalmente ritornata nella sua sede storica. A Nimis è, infatti, tradizione plurisecolare che i riti più importanti dell’anno liturgico vengano celebrati nella Chiesa matrice e non nella Comparrocchiale di Centa – Santo Stefano -, prima, e oggi in Duomo. Anche questo, infatti, è finalmente segno di un graduale ritorno alla normalità, dopo due anni giocoforza rivoluzionati dall’emergenza sanitaria: chi non ricorda, per esempio, la Pasqua del 2020, primo lockdown, quando monsignor Rizieri De Tina celebrò da solo la Messa che venne trasmessa in streaming su Facebook.
Un ritorno ai nostri ritmi consueti, insomma, salutato dal prolungato “concerto” della torre millenaria, che s’incrocia con un’altra bella novità: la sagra di Torlano. Un appuntamento che appartiene alla storia di queste comunità – la terza festa primaverile, dopo quelle di Ramandolo (“San Bastiàn”) e Vallemontana (“Sant Josef”), ma che entrambe pure quest’anno non si sono tenute – e che mantiene in vita una tradizione ormai secolare. Ricordava, infatti, l’indimenticato Eugenio Comelli (“Moro”), impareggiabile memoria storica del paese cantato da Ippolito Nievo (l’aveva scritto anche nel suo bel libro in lingua friulana, locale ovviamente, “Torlan in te memorie”), che la festa pasquale era nata negli anni Venti in quello che una volta era chiamato il “Prat di Ongjarut”, corrispondente all’attuale area dei festeggiamenti, dove sorgeva la stalla sociale. Come è tradizione, la sagra vivrà la sua giornata più attesa domani, giorno di Pasquetta, ma aspetta tutti già da oggi con i chioschi aperti dalle 11. Nel pomeriggio, musica e ballo con Alvio ed Elena, mentre domani ci si potrà divertire con le note di Annalisa Group. Oltre a tante buone cose, è annunciata la degustazione del Ramandolo Docg.
Insomma, due piccoli ma importanti segni di ripresa in questo momento di grandi difficoltà nazionali e internazionali, oltre che pieno di incognite sul futuro della pace nel mondo. Buona Pasqua!
—^—
In copertina, la Pieve dei Santi Gervasio e Protasio, a Nimis, e qui sopra Torlano con la Chiesa di Sant’Antonio.